La posizione delle scrivanie all’interno di un ufficio, così come per le scrivanie in abitazioni private, è un elemento non trascurabile, e questo sia che si tratti di scrivanie di poca importanza dal punto di vista del pregio, sia che si tratti di scrivanie di alta classe.
Parlerò prima della posizione delle scrivanie presidenziali (intendendo in questo caso non solo le scrivanie degne di questo nome, ma anche quelle scrivanie meno pregiate che svolgono comunque la funzione di scrivania unica nell’ufficio del titolare o di un dirigente). Trattandosi di un ufficio in cui il lavoro da svolgere presuppone comando e responsabilità, anche l’arredamento deve rispecchiare la posizione ricoperta da chi vi lavora. In particolare, la scrivania deve essere piazzata in posizione dominante, bene illuminata dalla luce naturale e da quella artificiale. Chi entra nell’ufficio deve avere la sensazione che la scrivania è in un certo senso il “trono”, il “luogo di comando” e questo anche a discapito dello spazio e degli altri mobili. La scrivania in un ufficio da titolare e da dirigente, è l’elemento numero uno da valutare e mai da sottovalutare.
Le scrivanie da ufficio di impiegati o di personale che non ricopre posizioni di primordine non necessitano di tanta cura nel scegliere la posizione per conferire importanza alla persona che vi siede dietro. Tuttavia, che la scrivania sia soltanto una o ve ne siano molto all’interno dello stesso ufficio, sarebbe opportuno sistemarla in modo che la postazione di lavoro sia confortevole. Ciò significa che le scrivanie dovrebbero essere sistemate accanto a una finestra e comunque mai in un angolo remoto, con poca luce e poca visibilità dell’ambiente circostante. Infatti,contrariamente a quanto si possa pensare, il poter guardare fuori dalla finestra non favorisce la distrazione dell’impiegato, semmai rende più piacevole il periodo in cui resta al lavoro. Nel caso in cui ci fossero più scrivanie, la scelta migliore sarebbe quella di far sì che gli impiegati possano tranquillamente comunicare fra loro, guardarsi e scambiare commenti e pareri. Non devono diventare “compagni di scrivania”, ma nemmeno essere isolati all’interno dello stesso ufficio. Una simile situazione determinerebbe solo scontento e noia e quindi un rendimento inferiore.